Lisbona e Porto

Breve racconto di una “toccata e fuga” in Portogallo.

Il weekend-lungo portoghese nasce 2-3 mesi prima della partenza, quando una mia amica sarda mi fa sapere che stava pensando di andare con alcune sue amiche in Portogallo a inizio maggio. C’ho pensato un pò, ma poi mi sono fatto convincere (facilmente) ad unirmi a loro. Primo step, l’acquisto del biglietto aereo con partenza da Bologna. Il più economico sarebbe stato il classico ryanair, ma oltre ad avere aerei sempre pieni come un uovo, con gente scarsamente abituata a viaggiare che ti infila borse e borsette anche tra le tue gambe, applica ormai da tempo il “trucchetto” di attirarti con un prezzo basso, salvo poi aumentarlo mano mano che procedi con la prenotazione per il fatto che un pò alla volta scopri che è compreso solo un micro-bagaglio e il più delle volte sei costretto a comprare comunque il biglietto con “imbarco prioritario” che ti permette un minimo di bagaglio in più. Comunque, fatte tutte le “speculazioni” economiche del caso, decido di affidarmi alla TAP, la compagnia di bandiera portoghese, che in maniera poco più trasparente mi fa pagare circa la stessa cifra di ryanair.

Purtroppo un paio di settimane prima della partenza ho un intoppo di lavoro e molto probabilmente dovrò tornare in Italia prima dei 9 giorni di durata programmata della vacanza. Dato non era così sicura la necessità di tornare prima, mi preparo all’evenienza e compro anche un biglietto per il ritorno anticipato (che poi avverrà, dopo appena 5 giorni di tour. Comunque sempre meglio che niente).

Il programma originario sarebbe stato: arrivo a Lisbona, visita di due giorni (in attesa dell’arrivo delle amiche sarde), poi trasferimento in treno a Porto, un giorno e mezzo di visita, quindi noleggio auto e trasferimento a Coimbra e a seguire Tomar, Obidos, Sintra e rientro a Lisbona. A causa del rientro anticipato, potrò seguire l’itinerario solo fino a Coimbra e tornare in Italia da Porto.

L’organizzazione procede con la prenotazione dell’hotel di Lisbona e Porto e l’acquisto del biglietto del treno da Lisbona a Porto (sito della compagnia ferroviaria portoghese https://www.cp.pt/passageiros/en ). Il giorno prima della partenza mi arriva la comunicazione via booking che la carta che avevo indicato per la prenotazione della camera a Lisbona non era stata accettata dalla struttura, quindi mi invitavano a reinserire i dati. Lo faccio, ma dopo un paio d’ore mi arriva un’altra mail identica. Reinserisco di nuovo i dati e contemporaneamente scrivo all’hotel pregando di non cancellarmi la prenotazione, che se la carta non avesse funzionato di nuovo, avrei pagato in contanti all’arrivo. La mattina della partenza l’hotel mi scrive chiedendomi l’ora di arrivo per “accogliermi al meglio”.

Arriva quindi all’atteso giorno per la partenza. La TAP si dimostra una buona compagnia, a bordo almeno un panino e qualcosa da bere te lo danno, tutti gentili, e arriviamo piacevolmente all’aeroporto di Lisbona dopo poco più di 3 ore di volo da Bologna, a metà pomeriggio di un assolato sabato di maggio. L’aeroporto è ottimamente collegato al centro con la metro. Il biglietto della metro costa 1,50€ (+ 0,50€ per l’acquisto della tessera su cui ricaricare il credito che serve). Quindi per il trasporto aeroporto-centro spendo l’astronomica cifra di 2€ (mi viene subito da pensare ai quasi 15€ per il treno da Fiumicino a Roma termini). Con un solo cambio, dopo poco meno di mezz’ora arrivo a Piazza Rossio, pieno centro di Lisbona, dove avevo prenotato la camera.

Euforico anche per il bel tempo, non vedevo l’ora di lasciare il bagaglio e lanciarmi per le strade di Lisbona quando, all’arrivo in hotel, scopro che questi FETENTONI, nonostante la mail della mattina, mi avevano cancellato la prenotazione. Insisto, mi lamento, ma nulla. Il ragazzo alla reception capisce la situazione, ma dice che non può far nulla, dato che la cancellazione è stata fatta dal manager suo superiore. Sono incazzatissimo, e il ragazzo allora fa un ultimo tentativo con il manager al telefono. Niente. L’hotel è pieno e la mia prenotazione non c’è più. Però, lo stronzo manager si comporta da “signore”: chiama un hotel della stessa (bassa) categoria nelle immediate vicinanze e mi procura una stanza alternativa. Non è quella che avevo scelto, ma proviamo… mi ci reco a piedi. non è il massimo, ma non avevo voglia di perdere altro tempo per cercare un hotel. Mi faccio vedere alcune camere, scelgo quella che mi sembra meno peggio e mi sistemo. Finalmente alle 19.30 circa sono pronto a partire alla scoperta di Lisbona. E’ ancora pieno giorno, sabato, pieno di gente. Ho almeno un’ora/un’ora e mezza di luce del sole. Ne approfitto per andare subito nel Barrio Alto per cercare un posto carino per cena.

Cammina cammina, la fama non arriva, e anzi, rimango così affascinato dalla città che rimanderò la cena fino alle 23 circa. in Italia avrei rischiato di non mangiare a quell’ora, a Lisbona invece tutti i ristoranti sono tranquillamente aperti. Cena con un ottimo polpo grigliato (purtroppo dopo la grigliatura il polpo era stato “annegato” nell’olio, ma dato che il tavolo all’aperto non era completamente in piano, sono riuscito a lasciare il lago d’olio su un lato del piatto e il polpo all’asciutto). Dopo cena continuo a camminare, senza meta. La città sembra molto sicura, nonostante ad ogni angolo mi si offra hashish, non ho percepito alcuna sensazione di pericolo. C’è veramente tanta gente in giro, ovunque.

Il Barrio Alto è molto piacevole, stradine strette piene di locali, salite da infarto se prese a ritmo elevato, ci passerei molto più tempo. Purtroppo i giorni a disposizione sono troppo pochi, quindi devo ottimizzare tutto e nel seguito della serata mi spingo fino all’immensa Piazza del Commercio che si affaccia sul fiume Tago. Dalla piazza passo sotto l’imponente Arco della Rua Augusta, arco trionfale della città, porta nobile che si apre verso l’interno della “Baixa”,  per risalire la Rua Augusta verso Placa de Rossio, e la mia camera della “bettola”, subito alle spalle del Teatro di Rossio (la camera è essenziale, ma la zona è eccezionale. Rossio è centralissimo e pianeggiante, al centro tra le colline e le pendenti strade del Barrio Alto da un lato e dell’Alfama dall’altro. Se dovessi tornare, probabilmente sceglierei un hotel più bello, ma non un’altra zona).

La mattina seguente, domenica, inizia alle 9, destinazione Belem. Come avevo scritto sopra, per usare i mezzi pubblici (tram, metro, bus, ecc) è molto comoda la carta ricaricabile. Avevo letto che la ricarica si poteva fare solo in metro, quindi la sera prima avevo già ricaricato la mia carta con un abbonamento giornaliero (24 ore dal primo utilizzo, poco più di 6€, da fare!). Alle 9 sono già al capolinea del tram n. 15 che da Placa de Figueira porta fino a Belem e oltre. Il biglietto normale è di 3€ a tratta, quindi già con un’andata e ritorno, l’abbonamento giornaliero è di fatto ripagato.

Il tragitto è piacevole, è ancora presto e il tram non è molto affollato. Molti poi scendono davanti al Monastero dos Jerónimos (imponente e con la facciata iper-decorata), io continuo per altre 2 fermate fino a quella utile per la Torre di Belem, ex torre di difesa proprio sulla riva del Tago. Già avevo poca intenzione di “perdere” tempo a visitare l’interno della Torre, ma quando arrivo e vedo la lunga coda, mi sparisce ogni dubbio. Foto e ammirazione dall’esterno, per oggi, me le faccio bastare. Comunque meritevole di una sosta.

Da qui risalgo il corso del Tago (ovviamente dalle sponde), prima visitando il Monumento alla scoperta. Costruito nel 1940 per celebrare i 500 anni della morte di Enrico il Navigatore, che è quello che nel monumento in aggetto sul fiume, ricopre la posizione più avanzata. Per conoscere i nomi degli altri personaggi storici, c’è una bella pagina web del monumento (https://padraodosdescobrimentos.pt/en/sculpture/ )

Ora basta attraversare la strada e ci si ritrova proprio davanti al Monastero dos Jeronimos. Anche qua la coda me ne scoraggia la visita (sarà per la prossima “gita” a Lisbona), e altrettanto scoraggiante sarà la coda davanti alla storica pasticceria che sforna i più famosi Pasteis de Belem (o Pastel de nata), una specie di cestini di pastasfoglia con dentro crema pasticcera, con la superficie superiore resa croccante modello “crema catalana”.

Belem è piuttosto carino, sembra un piccolo paese a se, in realtà è un quartiere di Lisbona, a circa 6-7 km dal centro. Non c’è motivo di farla a piedi, quindi risalgo sul 15 e rientro. Alla fermata del tram di Cais do Sodré (una delle stazioni ferroviarie di Lisbona) guardo alla sinistra e noto l’ingresso del mercato di Ribeira, che mi avevano consigliato di non perdere. Scendo quindi al volo, e mi ci fiondo.E’ ancora presto per pranzo, ma non, finalmente, per un primo Pastel de nata. Qua la coda è più affrontabile e ne esco vincitore. Anche se il mercato è un pò diverso da come me lo ero immagino, è molto bello. Pensavo ad un classico mercato di frutta e verdura, al più di pesce e carne, in realtà è un grande spazio coperto pieno di ristoranti e negozietti su tutti i 4 lati, e infiniti tavoli e panche al centro per mangiare. Ambiente sicuramente molto coinvolgente e piacevole per provare alcune delle specialità culinarie portoghesi e non.

All’uscita dal mercato di Ribeira, prendo la metro subito di fronte (Cais do Sodré) in direzione di Oriente, la stazione ferroviaria progettata da Santiago Calatrava e punto di ingresso alla zona moderna di Lisbona, dove è stata realizzata l’esposizione universale nel 1998. La zona è di quelle che piacciono a me. Architetture moderne tra cui spicca lontano una specie di grattacielo simile alla “vela” di Dubai, una teleferica che segue il lungofiume a circa 10-12 metri di altezza e l’imponente edificio del Oceànario, il bellissimo acquario di Lisbona. E’ passato da poco mezzogiorno e inizia a fare piuttosto caldo, quindi decido di visitarlo (anche se l’infanzia è passata da un’eternità, gli acquari mi affascinano ancora). La visita è, a mio parere, molto bella, con percorso obbligatorio che consiste in una passerella aerea che passa sopra la darsena e che collega la costruzione delle mostre temporanee al vero e proprio edificio-acquario. La vasca centrale, cilindrica, enorme, alta per tutti i 2 piani dell’edificio, ha nei 4 angoli la ricostruzione di altrettanti ambienti oceanici. Da diversi punti è possibile vedere squali, tonni, pesci luna, mante e tanti altri che fluttuano nei quasi 8 milioni di litri… Visita promossa a pieni voti!

Dopo un’ora e mezza circa esco e torno verso la stazione della metro per tornare in centro, e dato che è ancora presto, decido di seguire un itinerario proposto dalla lonely planet che prevedeva un tram, poi la visita al castello, quindi l’Alfama e il rientro alla Piazza del Commercio. Cerco la fermata del tram, ma ben presto scopro che oggi non sarà possibile prenderlo. Per una di una festa nazionale non ben definita, la zona che andava fatta in tram è presa d’assalto da una fiumana di gente e dalla sfilata di statue di Santi, delle bande musicali dei diversi corpi militari, dai veterani, dalle suore, crocerossine e non so chi altro…insomma bello e coinvolgente, ma la conseguenza che per arrivare al Castello dovrò farmela tutta a piedi sulle tipiche stradine lusitane in cui in genere sferragliano i tram che si inerpicano sulla collina…

Sudo e mi perdo, mi ritrovo e sudo ancora, mi fermo a fare foto in tutte le decine di punti panoramici che si trovano lungo il percorso e quando arrivo alla biglietteria del castello, mi ritrovo ultimo di una coda lunghissima. Oggi non è proprio aria di visita…salto anche questa.

Ma avrò camminato per oltre 20 chilometri dalla mattina, è ora di una sosta. percorro qualche vicoletto (in uno trovo una coppia di pavoni che si beccano e si saltano addosso…) e finalmente trovo una piazzetta panoramica dove sedermi a godermi una birra gelata e un paio di palline fritte di baccalà. Ci prendo gusto e raddoppio il tutto, doppia birra e quattro palline. Sto così bene che non avrei più voglia di alzarmi, ma dato che l’indomani devo spostarmi a Porto, devo continuare a far “fruttare” la giornata di visita. Quindi a fatica mi rialzo e mi butto a caso tra i vicoli dell’Alfama. Ancora un altro mondo rispetto ai quartieri precedenti. Turistico di sicuro, ma forse più popolato da gente del posto degli altri visti durante la giornata dove ho visto prevalentemente turisti o addetti nel turismo.

Finalmente attorno alle 20 torno in hotel, più per ricaricare il cellulare che per reale necessità. Infatti quando il telefono ottiene il minimo di carica che mi permette di avere la disponibilità di google maps per girare in tranquillitò, esco di nuovo fino a che le gambe reggono. Bellissima giornata. Viste tantissime cose, ma un pò in fretta. Devo ASSOLUTAMENTE tornare a Lisbona alla prima prossima occasione che si presenterà!!!

La mattina successiva è quella del trasferimento a Porto e dell’incontro con le mie amiche in arrivo da Cagliari. Con la metro vado alla stazione di Santa Apollonia e con un comodo treno in circa 3 ore, arrivo a Porto (stazione di Campanha) poco dopo l’ora di pranzo. Da qui, in coincidenza, si prende un treno urbano e in soli 4 minuti si è nel centro di Porto, nella stazione di Porto – Sao Bento. Le mie amiche sono già arrivate e io a piedi, in pochi minuti le raggiungo nel bell’appartamento che avevo prenotato via internet dall’Italia. Giusto il tempo lasciare il bagaglio, bere un pò di vino Porto (gentilmente offerto dai padroni di casa) e subito si inizia la visita.

Porto è piuttosto piccola, le distanze non sono enormi e sinceramente non sono tantissime le cose da vedere, la cosa più apprezzabile è l’atmosfera di alcune zone, la sua conformazione su colline che scendono velocemente verso il fiume Douro. Con la città su un versante e la zona dei vigneti di porto, sull’altro (la zona di Vila Nova de Gaia). E proprio questa che attira subito la nostra attenzione. Fingiamo un rapido interesse per la cattedrale di Porto, ma poi attraversiamo il Douro sul ponte Dom Luis I (ponte in ferro realizzato da un collega di Eiffel) e scendiamo sulla riva opposta rispetto alla città, quella dove si trovano, uno a fianco all’altro, i magazzini/musei delle varie compagnie produttrici di Porto (Calém, Sandeman e tante altre). Ogni compagnia ha la propria offerta, in realtà molto simile a quelle delle altre, che prevedono visite guidate, serate a tema, degustazioni, ecc. Purtroppo tutte le varie iniziative finiscono attorno alle 18 e noi siamo arrivati al momento che non ammettono più ingressi, quindi ci “consoliamo” comunque con una degustazione in una dei tanti bar/ristoranti del lungo fiume. 3 bei bicchieri di Porto a testa, tanto per iniziare bene la serata!

Per cena, ci spostiamo sull’altra riva, Ribeira, il quartiere della case colorate che si affaccia sul Douro, pieno di locali e ristoranti.

Il secondo giorno a Porto è dedicato alle visite. Dato che la città è piccolina, non ci diamo un gran programma, ma giriamo in libertà vedendo quello che attira la nostra attenzione. Bella tappa è quella in cima alla torre dos Clerigos ( http://www.torredosclerigos.pt/en/ ) dalla cui cima si ammira un eccellente panorama del fiume e della città a 360°. All’uscita, l’occhio cade sulla vicina “Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau”, per provare subito questa ennesima specialità e un altro bicchierino di porto…

Purtroppo poi inzia a piovere, quindi meglio andare al coperto, quindi ci fiondiamo nella vicina famosissima libreria Lello (per l’ingresso, è necessario comprare un “voucher” nella biglietteria sita nel palazzo succesivo. Il voucher potrà poi essere speso per comprare un libro o altro, ma al momento della nostra visita, i libri in italiano erano terminati…).

S’è fatta ora di pranzo e continua a piovere con una certa insistenza, quindi meglio tornare a casa per un pò di relax in attesa che smetta. E infatti, dopo un’oretta, di nuovo per strada (asciutta) vagando per la città. Ci spingiamo in tram fino alla foce del Douro (bel tragitto) e vediamo molto di quello che Porto offre di turistico. Purtroppo il tempo è troppo poco per vivere appieno una città del genere, ma sempre meglio di niente. Tra l’altro siamo capitati proprio nel periodo delle feste universitarie di fine anno e le vie sono piene di studenti che festeggiano e nel pomeriggio ci godiamo anche la sfilata delle diverse facoltà (ognuna rappresentata da un colore diverso del cilindro e del bastone che quasi tutti portano).

A cena scegliamo un’altro ristorante consigliatoci dalla proprietaria della casa affittata. Purtroppo stavolta saremo meno fortunati. Il polpo grigliato probabilmente non è eccezionalmente fresco e mi costringerà ad un rientro accelerato a casa, interrompendo bruscamente la passeggiata serale per il centro…

La mattina successiva va però meglio. Di buon’ora usciamo a far colazione al bar e poi alla stazione di Porto Campanha a ritirare l’auto a noleggio e, da lì, direzione Coimbra.

Coimbra, altra storica città universitaria, è piuttosto piccola e nell’arco di mezza giornata mi faccio una discreta idea del posto, visitando a piedi il centro, alcune sedi universitari e, ovviamente, un paio tra bar e ristoranti.

Purtroppo il tempo della visita-lampo portoghese è giunto al termine. Rientro a Porto con una compagnia di shuttle direttamente da Coimbra all’aeroporto di Porto e da lì in Italia.

Giorni, pochissimi, ma sufficienti ad avermi fatto innamorare a prima vista di Lisbona. Purtroppo non posso dire la stessa cosa di Porto e Coimbra, che per quanto carine, non mi hanno lasciato il segno. ma dato che dovrò per forza tornare, almeno per Lisbona, magari riesco a rivedere anche le impressioni delle altre città.

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